I bambini di Hamelin

di e con Giancarlo Attolico, Giulia Petruzzella

audio e luci Gabriele Lucanie

scenografia Gianluca De Pinto, Giuseppe Todisco e Mariella Di Leo

17629792_1311990628893936_4222806828969499502_nDue amici, Susanne e Aaron decidono di intraprendere un viaggio in bicicletta per ritornare nella città in cui un tempo i bambini vivevano felici: HAMELIN.

Si intravedono le montagne, il cielo, la piazza piena di bambini, il campanile con l’orologio, non è cambiato proprio nulla, con un nodo alla gola, i due protagonisti decidono di raccontare in quella piazza la vicenda di quella città.

Ad Hamelin, di topi ce n’erano sempre stati, ma un giorno la città si ritrovò a dover combattere con un esercito di topi, una vera invasione.

Divoravano, leccavano, pappavano, sbucavano dappertutto…così terribili che persino i gatti ne erano spaventati. Tutti gli abitanti terrorizzati avevano perso il sonno, la serenità, la tranquillità.

Gli abitanti da tempo, si incontravano nella sala del sindaco per studiare il da farsi, il sindaco disperato arrivò ad offrire mille monete d’oro a chi fosse riuscito a liberarli da quell’incubo.

Giunse in una fosca giornata di novembre, in quella città, uno strano tipo. Uno straniero, un forestiero da una lingua sconosciuta, secco, con una lunga piuma sul cappello, bizzarro portava con sè un piffero: un musicista diceva di essere, capace di condurre a sè quei topi. Un pifferaio magico.

Il sindaco nel sentirlo parlare, decise, di alzare la posta in gioco con cinquantamila monete d’oro e con una stretta di mano da veri uomini, il patto fu stabilito.

 

Cosa accadde dopo quella stretta di mano? Che fine fecero i topi? E le cinquantamila monete d’oro?

Di certo, la storia si continua a raccontare ancora oggi e nelle strade di Hamelin in alcune giornate di Novembre è ancora possibile sentire il suono di quel piffero; anche Susanne e Aaron non l’hanno dimenticata quella vicenda: perchè le promesse son promesse e vanno sempre mantenute.

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